La chiesa della Trinità sorge sull’ampia piazza Bellavista, da dove si può contemplare la lussureggiante distesa della Piana di Gioia Tauro, il vicino profilo luminoso del mar Tirreno dove sorge oggi il porto di Gioia Tauro. L’attuale edificio, distrutto dal terremoto del 1783, è un rifacimento in stile rinascimentale di una precedente costruzione Barocca, con elegante facciata a colonne, portale e cupola a piastrelle maiolicate. L’interno mononavato presentava numerose opere d’arte di notevole pregio; esse, però, rimasero distrutte durante l’incendio del 22 maggio 1988, che danneggiò seriamente anche l’edificio sacro.
Delle opere rimaste, interessanti sono la tempera su tavola raffigurante la Madonna dell’Itria, di ignoto “madonnaro” della fine del XVI secolo e la tempera su tavola raffigurante la SS. Trinità, attribuita a Giovan Battista Valensise (1824 – 1859)
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L’opera più importante rimane però il gruppo statuario in legno raffigurante la Madonna dell’Itria, opera dello scultore Vincenzo Scrivo di Serra San Bruno, realizzato tra il 1798 ed il 1799.
Il 22 maggio 1988 durante l’incendio della chiesa la statua subì danni considerevoli e solo l’ardire e la fede di alcuni giovani (Marcello Lombardi, Angelo e Pino Sorace, Salvatore Olimpio, Franco Puleio, Giacinto Rossi, Giuseppe Papasidero) valsero ad impedire che finisse in rogo.
Il 30 aprile 1989, la statua, magistralmente restaurata dall’artista polistenese Giuseppe Pesa, venne benedetta dal Vescovo della diocesi Mons. Benigno Papa e riconsegnata al culto e alla venerazione dei fedeli.
Il 18 agosto 1996, in occasione della riapertura al culto della chiesa, la statua dell’Odigitria venne incoronata con auree corone, realizzate dall’orafo polistenese Marcello Tigani, da S. E. il Cardinale Carlo Furno.
Il 18 agosto 1997 il Vescovo della diocesi S.E. Mons. Domenico Crusco elevava la chiesa della Trinità a Santuario diocesano, con il titolo “Santuario di Maria SS. dell’Itria“.