Il 10 dicembre del 2003 veniva a mancare improvvisamente, dopo una breve e dura malattia, il preside Luigi Marafioti.
A 11 anni dalla sua scomparsa la “sua “ e nostra Parrocchia ha inteso ricordarlo con l’intento di trasmettere alle nuove generazioni, soprattutto a coloro che non lo hanno conosciuto, la testimonianza di un credente autentico, che si è sforzato, come si legge nei suoi scritti, di essere “sale e lievito, segno e strumento di vita nuova per noi e per gli altri”.
Dopo la Santa Messa celebrata dal nostro Parroco, ci si è recati al Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi, il palazzo confiscato di via Catena, dove, alla presenza delle massime autorità cittadine si è svolta la cerimonia di intitolazione al Preside Marafioti del Centro di aggregazione giovanile della Parrocchia.
Dopo il saluto del nostro Parroco e del Sindaco della città, Antonio Napoli della Cooperativa Valle del Marro ed il preside dell’ITIS, Franco Mileto hanno presentato la figura poliedrica del Preside. Ha preso quindi la parola la moglie del defunto Preside, la Signora Graziella che ha voluto rivelare alcuni episodi inediti della vita del marito. Insieme al figlio Domenico ha scoperto poi la vetrata con il logo del Centro di aggregazione, realizzato dallo studio Lamorfalab ed apprezzato da tutti i presenti.
Con l’intitolazione del Centro giovanile, la Parrocchia ha inteso esprimere la gratitudine di tutta la comunità ecclesiale ad una delle figure più significative del laicato cattolico degli ultimi decenni. Ha voluto rendere omaggio soprattutto alle tante battaglie che il preside Marafioti ha affrontato in nome del Vangelo e della dignità dell’uomo, in particolare a favore dei giovani del nostro territorio.
Nello stesso tempo con questo gesto, la Parrocchia ha inteso raccogliere il testimone che Gigi (così affettuosamente veniva chiamato) ci ha lasciato, continuando a lavorare a favore d ei giovani con il suo stesso senso di dedizione, di disponibilità, di generosità e di gratuità.
A partire proprio da quel palazzo, da dove con gesto coraggioso è andato via con i suoi alunni e dove oggi volentieri sarebbe tornato per abitarlo insieme ai tanti nostri ragazzi come luogo di vita e non più di morte.