Giovani del Sud e del Nord insieme, uniti, in marcia, per non dimenticare tutti i morti di mafia e per gridare la voglia di vivere liberamente. Ieri sera, nelle vie principali di Polistena, hanno marciato i 600 dell’Estate Ragazzi della parrocchia del Duomo, da 27 anni palestra di legalità, sotto lo slogan “Non sono mafioso, non sono corrotto, non sono raccomandato, amo la mia terra. Io sono il Sud”.
In marcia anche i giovani del “Distretto Pianura Est – provincia di Bologna”, impegnati nei campi estivi di Libera sui campi confiscati alle ‘ndrine della Piana e gestiti dalla coop Valle del Marro, che durante il corteo hanno intonato il coro: “Liberi, liberi senza caporali, Italia unita contro i criminali”. A marciare anche i pensionati dello Spi-Cgil Lombardia provenienti da Brescia, Sondrio e Cremona, anche loro impegnati nei campi estivi di Libera, insieme ai loro colleghi dello Spi Cgil della Piana. Nonostante il gran caldo, sono stati ancora una volta i giovani i protagonisti di un pomeriggio che si è aperto alle 17, in via Esperia, nel quartier generale dell’Estate Ragazzi, con la testimonianza di suor Carolina Iavazzo, stretta collaboratrice, a Brancaccio, di Padre Pino Puglisi. “Ha preferito morire in nome della libertà del vangelo don Pino Puglisi -ha detto suor Carolina ai ragazzi- che ha saputo costruire, con la sua morte, una rete di valori.
Il messaggio che don Puglisi ci ha lasciato è quello di camminare a testa alta all’insegna della legalità, del rispetto delle regole, per creare un mondo migliore e a misura d’uomo”. Subito dopo, alle ore 18.30, la marcia ha presso avvio da piazza Valarioti. In testa al corteo, lo striscione “Voglio vivere liberamente” e quello con i colori dell’arcobaleno della pace. In mezzo al corteo le autorità: don Pino Demasi(referente di Libera e arciprete di Polistena), il sindaco Michele Tripodi, il presidente del consiglio comunale Angelo Borgese, il capogruppo di maggioranza Peppe Politanò, il dirigente del Commissariato di polizia Pierfranco Amati, il maresciallo dei carabinieri Paolo La Grotteria, il comandante della Municipale Alfredo Marcone e Nuccio Barillà di Legambiente.
Dopo aver attraversato le vie principali della città, la marcia si è conclusa al Parco della Liberazione, davanti alla stele che ricorda le vittime di mafia. “Così come diceva Peppino Impastato -ha affermato don Pino Demasi- dobbiamo convincerci che la mafia è una montagna di merda dalla quale dobbiamo allontanarci tutti, anche i mafiosi devono capire che devono e possono allontanarsi. Questo perché la Calabria deve essere una montagna di speranza. Da 27 anni, questa marcia rappresenta un percorso faticoso ma liberatorio affinché la nostra vita sia vissuta all’insegna della legalità per essere buoni cristiani e onesti cittadini”. Per il sindaco Michele Tripodi, “da Polistena parte un monito, un’esortazione alla legalità; a Polistena, grazie ad una sinergia importante, è vivo un sentimento di crescita e di speranza, lottando e rifiutando la ‘ndrangheta”.
Con la marcia si è conclusa la settimana della legalità che ha visto anche passare dall’Estate Ragazzi, Debora Cartisano, la figlia del fotografo di Bovalino, Lolò Cartisano, ucciso dalla ‘ndrangheta e le cui spoglie sono state ritrovate dopo 10 anni sotto Pietra Cappa grazie alla testimonianza di un pentito. “Le cose si cambiano tutti insieme. -ha detto Debora nella sua testimonianza- Grazie a Libera, sono riuscita a trasformare rabbia e delusione, in una reazione positiva. Quando vedete un’ingiustizia -ha detto ai ragazzi- non giratevi dall’altra parte. Imparate da mio padre: continuare ad essere liberi a qualunque costo”.
Attilio Sergio – Gazzetta del Sud 18 luglio 2015
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