“Il mio cammino all’interno dei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau è stato un cammino all’interno di una memoria che oggi è vivida più che mai, un cammino immerso nella morte, nel dolore, nella disumana capacità di fare del male impietosamente a chi è indifeso, e mi domando quale persona possa definirsi uomo di fronte alle lacrime e al sangue di un innocente.
Ma è stato anche un cammino nella sopravvivenza, nella resistenza alla morte che sfocia in una passione per la vita accecante, un raggio luminoso che dovrebbe guidare ognuno di noi nel buio dell’indolenza, della pigrizia, dell’apatia, del disimpegno, dell’ignoranza. Auschwitz insegna che dobbiamo avere fame di vita vera, di impegno, di amore per la società, per il rispetto, per la giustizia e per la verità.”
Anche quest’anno, da Polistena, è partito il Treno della Memoria: un viaggio nella storia e nelle storie, un viaggio nelle memorie di un’Europa che ha sofferto il dramma della dittatura e della violenza, un viaggio collettivo dal sentimento individuale, un viaggio tra memoria e impegno.
Siamo partiti in 40 dopo mesi di formazione e approfondimento vissuti grazie agli strumenti che la Parrocchia Santa Marina Vergine, guidata da don Pino Demasi, e il Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi ci hanno messo a disposizione. Mesi di attenzione e di studio di un’epoca che forse non abbiamo mai sentito troppo vicina a noi, ma che l’esperienza che abbiamo vissuto ci aiutato a comprendere.
Le città di Berlino e Cracovia sono state le nostre case per una settimana, quelle case dove sai di poter stare bene e dove ti senti al sicuro. Condizione impossibile invece durante la visita ai campi di Sachsenhausen e Auschwitz-Birkenau.
I memoriali delle vittime dell’Olocausto nel cuore di Berlino, il ghetto ebraico di Cracovia e la fabbrica di Schindler hanno fatto da cornice alla giornata dura, faticosa e sofferente della visita ai campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz e Birkenau.
La disumanizzazione della vita che ci assale, la rabbia e il dolore per una storia che forse non è stata maestra di vita. I passi sofferenti e il vento gelido a segnare profondamente i pensieri e a favorire l’immedesimazione.
Non è stata una consueta esperienza commemorativa e neanche la visita di un museo, il Treno della Memoria è stato un viaggio collettivo per un patto di responsabilità individuale.
I testimoni che hanno accompagnato il nostro percorso hanno saputo essere guide autentiche e profonde, hanno saputo accompagnare i nostri passi fino a guidarci all’assemblea finale del viaggio che ha raccolto giornate di mille emozioni canalizzandole in un impegno quotidiano: la responsabilità di difendere le libertà di ognuno e ciascuno e di avere cura dei sogni propri e degli altri.
Il Treno della Memoria è diventato, per questo, un processo sociale di cambiamento costante.
Un processo umano di cui, da oggi, vogliamo assolutamente e con ancora più convinzione far parte.
Ringraziamo con convinzione per questa opportunità i nostri genitori, la Parrocchia Santa Marina Vergine, la Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria nella persona del Presidente Nicola Irto e il Comune di Polistena nella persona del Sindaco Michele Tripodi che hanno contribuito fattivamente a farci vivere questa importante esperienza di formazione e di vita.
Alice, Daria, Ciccio V., Cristian, Peppe, Vincenzo D., Riccardo F., Francesco F., Diana, Benedetta, Gianmarco, Annarita, Angelo, Luca, Nicole, Luigi B., Riccardo P., Giulia, Chiara, Francesco V., Pablo, Giacomo, Francesca F., Christian, Filippo, Valentina, Silvia, Vincenzo L., Sara, Stefano, Roberto.