Storie di donne che hanno vissuto la quotidianità di questa terra.
Una terra di ‘ndrangheta e una terra di antindragnheta.
Una terra di spazi occupati e liberati, rigenerati e da rigenerare.
Di questo e molto altro si è parlato ieri sera durante la presentazione del libro “Lupare rosa – Storie di amore, sangue e onore” di don Marcello Cozzi al Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi.
Una serata aperta dai saluti di Giuseppe Politanò, responsabile del Centro, e di don Pino Demasi, referente territoriale di Libera, che ha voluto sottolineare l’importanza di questi appuntamenti come momenti arricchenti e di crescita nel percorso di formazione civile contro le mafie. Lo stesso don Pino ha poi ricordato il grande lavoro che si sta facendo nell’accompagnamento di tante donne e madri che hanno deciso di intraprendere un cammino di autodeterminazione e liberazione da logiche mafiose e di oppressione.
Ad arricchire la serata, coordinata da Sabrina Garofalo del Centro Women’s Studies Milly Villa dell’Unical, c’è stata poi la testimonianza forte di Vincenzo Chindamo, fratello di Maria scomparsa nel maggio 2016 per mano mafiosa, che raccontando la storia di sua sorella ha sottolineato come ogni cittadino e cittadina di questa terra può vivere una vita ignorando la presenza delle mafie, ma può arrivare un momento in cui queste stesse organizzazioni riescono ad occupare ogni spazio libero per far prevalere le loro logiche e per costringere i territori e le donne e gli uomini che li abitano a sottostare ad una cultura mafiosa che priva ciascuno della propria libertà. Il racconto della storia di Maria ha poi coinvolto, nuovamente, tutte e tutti nell’impegno nella richiesta di verità e giustizia.
Cuore dell’iniziativa è stato il dialogo tra Sabrina Garofalo e don Marcello Cozzi, autore del libro, presidente della Fondazione Interesse Uomo e tra i fondatori di Libera.
Le storie di Annunziata Pesce, Cetta Cacciola, Rossella Casini, l’amore di Pino Luzza, fratello di Matteo e referente Memoria di Libera Calabria, l’impegno ormai storico di don Marcello nell’accompagnamento dei collaboratori di giustizia hanno tracciato l’immagine della nostra terra di Calabria umiliata sì dallo strapotere mafioso, ma con tanta speranza di liberarsi dalla ‘ndrangheta grazie al coraggio di tante donne che hanno deciso di ribellarsi e di alzare la testa.
Don Marcello Cozzi ha infine invitato tutte e tutti ha parlare chiaro e in maniera netta e a non avere pregiudizi. In un tempo in cui le mafie scendo a patti e compressi con pezzi di imprenditoria, politici e professionisti è necessario non tentennare e mettere da parte ogni ambiguità, scegliere realmente da che parte stare e battersi nella quotidianità per costruire un mondo più giusto, libero dalle mafie e dalla corruzione.
Ancora una volta, al Centro Polifunzionale Puglisi, una serata partecipata e di comunità. Di quelle comunità che si tengo strette e fanno rete, che ci mettono la faccia e si assumono collettivamente l’impegno di essere protagonisti nel proprio territorio a sostegno di esperienze di riscatto come il riutilizzo sociale dei beni confiscati.
Una serata di nomi che sono diventati volti e storie. Volti e storie di vita vissuta.
Di un sangue versato che, come un dono, ci consegna il testimone e ci invita a non voltarci dall’altra parte impegnadoci ogni giorno in pratiche di sostegno e di prossimità.