Con l’approvazione del nuovo statuto Il Samaritano si ripropone ancora come punto di riferimento per il territorio e occasione di crescita per tutta la comunità

Nell’ambito della nostra Parrocchia, nel maggio 1988, su imput del consiglio pastorale parrocchiale, un gruppo di persone unitamente alla  prima comunità polistenese delle Suore della Divina Volontà  dava vita al Centro di accoglienza “Il Samaritano”.

 

Con l’intento non solo e non tanto di fare del bene ma di dare un contributo per il cambiamento della società e del mondo in cui viviamo, quel gruppo nel 1989  si costituiva in Associazione di volontariato.

Sono passati oltre 30 anni da quel giorno:  anni entusiasmanti a fianco di chi vive situazioni di disagio e sofferenza, con la voglia di ascoltare, capire, condividere la fatica di tanta gente e di ricercare insieme soluzioni possibili; anni anche di impegno di antimafia sociale.

Anni in cui abbiamo imparato anche a confrontarci con l’incertezza, con la complessità, con i tanti volti della povertà.

Anni in cui abbiamo sperimentato anche la nostra povertà, la nostra inadeguatezza sia perché quello che riusciamo a fare è sempre insufficiente sia perché i problemi stessi si possono avviare a soluzione solo  se c’è l’apporto di tutti i membri della società e di tutte le sue espressioni.

Oggi, a distanza di tanti anni, la riforma del terzo settore ci ha obbligato  ad una revisione parziale dello statuto.

Noi invece, guidati magistralmente dalla Notaia Maria Tripodi, siamo andati oltre . Non ci siamo  fermati alla revisione  formale dello statuto ma ne abbiamo redatto uno in un certo senso completamente nuovo, che, in sintonia ed in continuità con gli ideali fondativi, tenesse conto non solo delle nuove leggi dello stato ma soprattutto del mutamento della società, che in quest’ultimo periodo, a causa della pandemia,  si trova  a gestire  una crisi epocale che ha prodotto e continua a produrre povertà di ogni tipo.

Povertà che ci interrogano  e che richiedono ai volontari una nuova declinazione del concetto di gratuità.

La gratuità che ci viene richiesta non è un “mordi e fuggi”, non è un “fai e poi dimentica”.

La vera gratuità è “fai  e crea legami, relazioni, reti”.

La gratuità non è il tempo che resta quando abbiamo spazi da occupare. Gratuità è capacità di innescare processi, legami, attenzione all’altro e alle sue differenze,

Da qui la rimodulazione dell’oggetto sociale che ci permette non di gestire maggiore potere ma di gestire maggiore servizio ed una maggiore attenzione alle persone, alle  “periferie esistenziali”.

Per questo motivo nel pomeriggio del 13 luglio i soci dell’Associazione, convocati in assemblea straordinaria presso il Centro polifunzionale Padre Pino Puglisi, hanno votato all’unanimità il nuovo Statuto.

Da oggi, con questo nuovo statuto, l’organizzazione di volontariato rilancia il suo impegno a fianco agli ultimi e  la sua attività di antimafia sociale, proponendosi ancora come punto di riferimento per tutto il territorio e occasione di crescita per tutti e tutte.

Un doveroso ringraziamento per la professionalità, la cura, la dedizione e la meticolosità va alla Notaio Maria Tripodi che ha guidato il processo di modifica al fine di dare all’Associazione uno slancio nuovo che però non disperdesse i principi e i valori fondanti che da 32 anni la contraddistinguono.

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Il Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi continua a mantenere le proprie porte aperte per la Didattica a Distanza di bambini e ragazzi di tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Non lasciamo indietro nessuno.
Offriamo gratuitamente gli spazi sanificati del Centro e l’accompagnamento da parte degli operatori volontari del Servizio Civile Universale.
È così che il Centro traduce in senso pieno la restituzione alla collettività dei beni confiscati alle mafie.
Da beni di pochi al bene per molti.

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la libertà non ha pizzo