Carissimi studenti,
come ogni anno, anche quest’anno, all’inizio del nuovo anno scolastico, intendo, con questo mio breve scritto, far giungere a tutti voi il mio saluto ed il mio augurio.
È un gesto che compio volentieri come segno di affetto e di sollecitudine nei vostri confronti in un momento in cui è più che mai importante e necessario il dialogo intergenerazionale.
Fra qualche giorno al suono della campanella entrerete nuovamente nelle aule scolastiche. Se vi facessi la domanda “perché andate a scuola?”, sono certo che le risposte sarebbe tante e diverse l’una dall’altra, secondo la sensibilità e l’esperienza di ognuno.
Una buona sintesi delle vostre risposte credo, però, di trovarla nelle parole di Papa Francesco, rivolte agli alunni delle scuole dei Gesuiti: “la scuola è uno degli ambienti educativi in cui si cresce per imparare a vivere, per diventare uomini e donne adulti e maturi, capaci di camminare, di percorrere la strada della vita “.
Ma perché tutto questo non sia solo proclamazione verbale, è necessario da parte di tutti un maggiore impegno per fare della scuola un luogo delle relazioni, un luogo di incontro dove ci si conosce, ci si vuole bene e si cammini insieme.
Solo le relazioni salveranno la scuola e diventano fondamentali per fare di essa una vera comunità educante, aperta al mondo che ci circonda: “Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si educano insieme con la mediazione del mondo”. (Paulo Freire)
In questo nuovo anno mi permetto di chiedervi un maggiore impegno su questo versante.
Fate di ogni vostra scuola un “luogo delle relazioni” per fare poi anche della piazza e degli ambienti che frequentate dei veri luoghi di vita e di relazioni, in una società in cui sono sempre più presenti invece i “non luogo”, dove gli individui perdono temporaneamente la loro identità, assumono comportamenti inaccettabili, capaci persino di sfiorare tragedie.
Cari ragazzi,
Il futuro ci chiede a tutti di andargli incontro, di accoglierlo e di non restare attaccati alle nostre paure.
L’essenza della vita è relazione: da soli non andiamo da nessuna parte.
Molti di voi sono già incamminati su questa strada. È stato molto bello vedere, durante questa estate, tanti di voi protagonisti di relazioni sane e di impegno concreto: estate ragazzi, campi scuola, campo con i ragazzi disabili, route degli scout, campo dei giovani di Libera etc…
Vi confesso! Ogni giorno ringrazio il Signore per il dono della vostra giovinezza, della vostra esigente voglia di bellezza e di autenticità.
Continuate e soprattutto contaminate i vostri coetanei! Con Papa Francesco vi rinnovo l’appello: “Non lasciatevi rubare la speranza!”.
“Non lasciatevi rubare la speranza!”. Fatelo per voi stessi, per i vostri amici, ma anche per noi adulti, per i vostri genitori, i vostri inseganti, per noi preti ed educatori, che talvolta cediamo alla rassegnazione o al conformismo, trascuriamo le relazioni autentiche con voi e tra di noi, svendendo le nostre responsabilità per gratificazioni effimere o mentendo a noi stessi.
“Non lasciatevi rubare la speranza!”. Fatelo per questo territorio che, oggi più che mai ha bisogno di voi. Vale ancora oggi quel motto – programma di vita che ha guidato le generazioni precedenti: “Cambiare per restare. Restare per cambiare”. È un vostro diritto restare in Calabria e non stancatevi di esigerlo, con tutti i mezzi non violenti, dagli uomini che ci governano a livello centrale e periferico.
“Non lasciatevi rubare la speranza!”. Fatelo – ve lo dico col cuore – insieme alla persona di Gesù, accogliendolo e conoscendolo nell’esperienza della comunità ecclesiale diocesana e parrocchiale, che prende molto sul serio le vostre speranze, grandi e piccole, offrendovi veri luoghi di relazioni e percorsi formativi.
Ad ognuno di voi e a tutti coloro che, a vario titolo, abitano il mondo della scuola, un cordiale augurio di un vero anno di crescita individuale e comunitario
Questo nuovo anno rappresenti una svolta, un cambiamento non solo e non tanto per il mondo della scuola, ma anche, grazie al vostro sano protagonismo, un motore di speranza per dire basta alla guerra e alla devastazione ambientale. Un cambiamento per liberarci dalle mafie, dalla corruzione, dalle armi, da un sistema economico selettivo e ingiusto, che alimenta povertà, disoccupazione e disperazione.
Con tanto affetto
Polistena 08 settembre 2024
Don Pino