Anche il gruppo scout Polistena 1 della nostra parrocchia ha preso parte al grande evento organizzato dall’AGESCI nazionale “Pellegrini del bene. Andiamo incontro a Papa Francesco”, l’udienza dedicata agli scout cattolici italiani. Circa 80 ragazzi, tra lupetti, esploratori, guide, rover e scolte della nostra comunità si sono aggiunte agli oltre 80 mila scout presenti in piazza San Pietro sabato 13 Giugno scorso.
“Una realtà preziosa della Chiesa in Italia chiamata a costruire ponti in una società dove c’è l’abitudine ad alzare muri.” E’ questo il ritratto del mondo Agesci delineato da Papa Francesco. Lo scoutismo – ha detto il Papa in un clima di festa davanti a migliaia di scout – offre “un contributo importante alle famiglie per la loro missione educativa”. Poi una premessa, con l’esortazione a non vantarsi, ha preceduto lo speciale ringraziamento del Pontefice: “Vi dirò una cosa – ma non vantatevi! -: voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia. Grazie!”.
I genitori affidano i loro figli all’Agesci – ha aggiunto il Santo Padre – perché il metodo scout, basato “su grandi valori umani”, educa alla libertà nella responsabilità e questa fiducia delle famiglie non va delusa! E anche quella della Chiesa: vi auguro di sentirvi sempre parte della grande Comunità cristiana”. Ma cosa c’entra – ha poi chiesto Papa Francesco – la religione con questo movimento educativo? Il Pontefice ha ricordato la risposta data da Lord Baden Powell, fondatore dello scoutismo: “Egli rispose che la religione non ha bisogno di ‘entrarci’, perché è già dentro! Non c’è un lato religioso del Movimento scout e un lato non… L’insieme di esso è basato sulla religione, cioè sulla presa di coscienza di Dio e sul suo servizio.
E questo l’ha detto nell’anno ’26”. L’Agesci è tra quelle “che investono di più nel campo della spiritualità e dell’educazione alla fede, “Ma c’è ancora tanto da lavorare, perché tutte le comunità-capi ne comprendano l’importanza e ne traggano le conseguenze”. Questa associazione può portare “un nuovo fervore evangelizzatore” nella Chiesa e “una nuova capacità di dialogo con la società”. “Mi raccomando: capacità di dialogo! Fare ponti, fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri. Voi fate ponti, per favore!
E col dialogo, fate ponti”. I singoli gruppi – ha infine auspicato il Papa – “non perdano il contatto con la parrocchia del luogo dove hanno la loro sede, siete chiamati a trovare il modo di integrarvi nella pastorale della Chiesa particolare, stabilendo rapporti di stima e collaborazione ad ogni livello, con i vostri vescovi, con i parroci e gli altri sacerdoti, con gli educatori e i membri delle altre associazioni ecclesiali presenti in parrocchia e nello stesso territorio, e non accontentarvi di una presenza decorativa alla domenica o nelle grandi circostanze”.
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