“La nostra libertà per liberare chi libero non è”. Lo ha detto don Luigi Ciotti, ieri sera, incontrando, nel quartiere Catena, all’interno del palazzo confiscato in cui don Pino Demasi ha aperto con i ragazzi della parrocchia il Centro d’aggregazione “don Pino Puglisi”, un centinaio di giovani della Piana, volontari impegnati nel servizio civile presso enti, parrocchie e comunità di religiosi.
Il fondatore del gruppo “Abele” e presidente di “Libera”, ha invitato i giovani alla conoscenza per essere più responsabili, ed ha aggiunto: “perché la democrazia sia viva c’è bisogno di responsabilità, non solo della politica e delle istituzioni, ma anche di tutti noi: guardarci dentro prendendo coscienza delle nostre responsabilità”. Per don Luigi c’è bisogno di una rivoluzione culturale, etica e sociale per il cambiamento, un percorso in cui la Costituzione italiana deve diventare cultura e costume. Nel dire “no alla legalità malleabile e sostenibile”, don Luigi Ciotti, ha definito mafie e corruzione facce della stessa medaglia, parlando esplicitamente di “problema di civiltà” che ha bisogno, specie al Sud, di lavoro e di politiche giovanili. Quindi una lotta di legalità e di civiltà, alzando la voce, avendo coraggio, lasciando da parte la paura e l’omertà. Don Ciotti, nel spiegare il senso del 21 marzo, che da quest’anno, da decreto del Parlamento, sarà giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, ha affermato: “il 21 marzo non è un evento, non è una celebrazione del passato, bensì è una memoria viva; quei nomi di vittime innocenti dobbiamo inciderli nelle nostre coscienze. A Locri, il 21 marzo, sarà una tappa di un percorso che non si ferma da 22 anni. Noi dobbiamo sentirci vivi attraverso un impegno che guarda al futuro, per costruire speranza e promuovere giustizia. Ma la speranza ha bisogno di un Noi collettivo. Dobbiamo essere cittadini responsabili. E’ un dovere sociale la memoria delle vittime innocenti. Il 21 marzo a Locri -ha concluso don Luigi Ciotti- nella memoria per illuminare l’impegno, e per far emergere il positivo, i segni di cambiamento e di speranza, di una terra meravigliosa, bella e generosa”. Don Pino Demasi, da parte sua, ai volontari del servizio civile ha, fra l’altro, detto: “il SCN non è un lavoro nero al Sud, è un anno che voi dedicate al bene comune. Anche Libera, mettendo insieme, il 21 marzo, i familiari delle vittime innocenti delle mafie, ha trasformato la memoria in impegno per il bene comune e per la tutela dei diritti, lottando le mafie e la corruzione. Sentirci tutti uniti in questo impegno in modo da diventare protagonisti Noi della giornata della memoria che il 21 marzo si svolgerà a Locri e che 10 anni fa si snodò lungo le strade della nostra Polistena”.
Attilio Sergio
in Gazzetta del Sud 17.02.2017