Una notte insonne in treno, pur avendo avuto la possibilità di riposare in cuccetta. Ma l’attesa era tanta e l’emozione di stare insieme, provando a lasciarsi alle spalle la fatica della pandemia, è stata così forte da tenere tutti svegli i 35 adolescenti della nostra Parrocchia che hanno accolto l’invito dei Vescovi italiani ad incontrare Papa Francesco. E così le luci dell’alba romana di una giornata che si annunciava primaverile hanno trovato i nostri ragazzi già scalpitanti e sorridenti e con gli occhi che sprigionavano gioia.
Il tempo di sistemare i bagagli in albergo e subito nella vicina basilica di Santa Maria Maggiore ad affidare a Maria le loro giornate romane. E poi per le strade di Roma con foto e selfie di gruppo nei luoghi più suggestivi della città. E mentre incrociavano, strada facendo, comitive di loro coetanei provenienti da ogni parte d’Italia, il loro entusiasmo si è andato moltiplicando sempre più, anche perché si sono riscoperti parte di un “popolo di adolescenti” con gli stessi problemi e con gli stessi sogni. In “tempo di guerra” un bel segnale anche per gli adulti che attoniti guardavano questo inedito spettacolo di un lunedì di Pasquetta .
La voglia di vedere e di ascoltare il Papa “in anteprima” ha portato poi i nostri ragazzi in Piazza San Pietro per il Regina Coeli. Una meraviglia grande per molti di loro, il primo impatto della loro vita con la maestosità della piazza, del colonnato e della Basilica. Un’emozione forte poi per tutti la vista del Papa; emozione che diventerà ancora più forte il pomeriggio in una piazza gremitissima di 80.000 adolescenti. Il pomeriggio l’emozione e la gioia per il gruppo dei nostri ragazzi è stata davvero indescrivibile; hanno avuto,infatti, il dono di trovarsi a fianco a loro, a distanza di un metro, Papa Francesco, sia pure sulla papamobile, e hanno potuto così esprimere direttamente a lui a viva voce il loro grazie ed il loro affetto.
L’incontro con il primo Papa della loro storia è stato davvero coinvolgente non solo per i nostri ragazzi ma per tutti i presenti in piazza san Pietro, partiti nel cuore della notte di Pasqua dalle diocesi di tutta Italia, al collo il fazzoletto con l’hashtag #Seguimi, e un balenottero blu che nel mare ricomincia a nuotare. Uno dei nostri ragazzi mi ha confidato: «Francesco ti coinvolge, sa parlare al cuore dei giovani; avevamo bisogno di uscire di casa, di ritrovarci, la pandemia è stata terribile». Ed in realtà è stato molto forte il messaggio del Papa. “Ci sono momenti – ha detto il Papa ai ragazzi – in cui la vita ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità e ci fa sentire nudi, inermi, soli. Quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio. Tutti hanno paura del buio. Le paure vanno dette così si mettono via. Le paure vanno dette, vanno messe alla luce e, una volta che sono alla luce, scoppia la verità. Non scoraggiatevi, se avete paure mettetele alla luce e vi farà bene». Ed ancora: «Sono ancora dense le nubi che oscurano il nostro tempo. L’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in tante regioni della Terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta. Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto: non solo la loro esistenza è compromessa e resa insicura, ma i loro sogni per il futuro sono calpestati». E poi la consegna: “ Voi avete il fiuto di trovare il Signore, il fiuto della verità. Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni, ma anche il coraggio di Pietro. Pietro era un po’ “speciale”: ha rinnegato tre volte Gesù, ma appena Giovanni, il più giovane dice: ”E’ il Signore!”, si butta in acqua per trovare Gesù.” A metà pomeriggio Blanco, vincitore di Sanremo, (per l’occasione non a torso nudo ma vestito di bianco) ha cantato “Blu Celeste”, mentre il popolo dei ragazzini alzava un muro di cellulari per l’ex ragazzo dell’oratorio che canta l’amore libero e bacia il Crocifisso. E poi le testimonianze di alcuni coetanei che hanno saputo superare il momento buio della loro vita. Un incoraggiamento per tutti i ragazzi ad affrontare a testa alta tutte le difficoltà che la vita metterà loro davanti e a saper andare avanti donandosi agli altri. E’ ormai sera quando il Papa si congeda dalla generazione zeta tra canti e appalusi. Ai ragazzi l’impegno di dire si al “seguimi” di Gesù. I loro occhi che brillavano confermano che questa proposta la prenderanno sul serio.
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