Nell’ambito delle feste patronali, in concomitanza con il trentennale delle grandi stragi, in piazza della Repubblica si è svolto un interessante dibattito sul tema “A 30 anni dalle stragi, la Chiesa di fronte alle mafie”. S.E. Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano allo Jonio e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana è stato intervistato dal giornalista Michele Albanese.
Di seguito l’articolo di Attilio Sergio sulla Gazzetta del Sud del 20 luglio 2022
Le offerte delle ndrine alle Chiese vanno rifiutate
In una piazza della Repubblica gremita, Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, raccogliendo l’invito di don Pino Demasi, nell’ambio dei festeggiamenti in onore di Santa Marina Vergine patrona della città, ha relazionato sul tema “A 30 anni dalle stragi: la chiesa di fronte alle mafie”. Il vicepresidente dei vescovi italiani, nel nome di “una fede che recupera la memoria”, ha chiesto a tutti di “osare di più, in quanto oggi è il tempo di attivare processi di cambiamento, rimettendo al centro l’evangelizzazione”. Dopo aver definito don Pino Demasi, “un prete credibile”, Mons. Savino nel dirsi contrario “alla memoria rituale”, si è detto preoccupato difronte a chi anestetizza le cose drammatiche accadute, e a proposto di ‘ndrangheta, ha affermato: “spara di meno ma è più pervasiva, occupa tutto ciò che va occupato, un’occupazione che toglie la libertà. Le offerte laute alle chiese che fanno le organizzazioni criminali vanno rifiutate. La legalità -ha aggiunto- è il mezzo che ci consente di raggiungere la giustizia”. Nel dirsi preoccupato dall’aumento vertiginoso dell’usura e del pizzo nei territori calabresi, il vescovo di Cassano, vista la mancanza di politiche per le fasce deboli, ha detto di temere, tra qualche settimana, uno scontro sociale, in quanto la fascia della povertà sta crescendo sempre più. “La fede -ha ancora affermato Mons. Savino- deve attivare in noi processi veri di cambiamento. C’è bisogno di sinergie, chi delinque ci vuole divisi, per lottare per la legalità e il bene comune, per rompere il legame tra economia e potere mafioso. Dobbiamo costruire dal basso -ha concluso Mons. Savino- gruppi, laboratori, associazioni, tutti insieme per ribellarci alle ingiustizie. È ora di osare l’aurora, nonostante la notte”. Da parte sua, don Pino Demasi ha precisato: “questa testimonianza nell’ambito della festa patronale, vuole essere segno di Chiesa tra la gente, anche perché in Calabria, una reazione vera e propria contro la ‘ndranghete ancora deve arrivare. La memoria deve trasformarsi ogni giorno in impegno concreto per la legalità ed il bene comune”.
Attilio Sergio