Sorelle e fratelli carissimi, Iniziamo una nuova Quaresima: non la solita ricorrenza che si ripete allo stesso modo, di anno in anno, senza alcun cambiamento, ma un’occasione tutta nuova per vivere pienamente la Pasqua del Signore.
Un tempo di grazia – lungo quaranta giorni, numero caro alla Bibbia che indica simbolicamente deserto, prova, essenzialità, ma anche vittoria, presenza divina ed alleanza col Padre – per ritornare con tutto il cuore a Dio, alla sua Parola, alla sua volontà di bene e di salvezza per noi stessi e per tutta l’umanità.
Come ci ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima il cammino ascetico quaresimale ha come meta una trasfigurazione personale ed ecclesiale.
Una trasfigurazione personale per il cui raggiungimento c’è una strada maestra che ci viene proposta: generazioni di discepoli l’hanno battuta per vivere e rinnovare la loro fedeltà al Vangelo.
È la strada dell’elemosina: la percorre chi riesce a togliere dal suo cuore tutti gli scudi di protezione, a liberarlo dalle paure e dai sospetti. Non solo, allora, qualcosa da dare a chi è nel bisogno, ma l’atteggiamento di un cuore pronto ad ascoltare e a farsi prossimo, con beni materiali e soprattutto con la vicinanza umana che si traduce nei mille modi del prendersi cura dei fratelli.
È la strada del digiuno: riguarda il corpo, ma non si ferma ad esso. Vuole infatti raggiungere l’anima. Non si propone una cura dimagrante, non è determinato dall’ossessione per il peso o la circonferenza del proprio fisico. Il suo scopo è un altro: far provare un po’ di fame per avvertire di nuovo la fame di ciò che conta veramente, della Parola di Dio. Rinunciare allora a quanto non serve davvero, a ciò che è in più, per essere liberi di fronte alle cose del mondo, di qualsiasi tipo, non solo a tavola, ma anche rispetto alle tante realtà consumistiche, per custodire la libertà del cuore. Bellissima una quaresima magari ricca di dolci, ma estremamente povera di orgoglio, cattiveria, egoismo…
È la strada della preghiera: vivere rivolti a Dio, a tu per tu con lui e in lui, in ogni attività che facciamo, da quelle comuni (lavorare, fare la spesa, studiare, cucinare, divertirsi con gli amici…) a quelle più specificamente religiose (mentre partecipiamo alla Messa, preghiamo a casa, leggiamo la Bibbia…). Aprire il cuore a Dio per dialogare con lui: questa è preghiera.
La trasformazione personale autentica produrrà certamente una trasformazione ecclesiale. Infatti, come afferma sempre il Papa nel suo messaggio, l’ascolto di Cristo passa anche attraverso l’ascolto dei fratelli e delle sorelle nella Chiesa, quell’ascolto reciproco che abbiamo sperimentato nella celebrazione del Sinodo diocesano, che stiamo vivendo nei cantieri sinodali e che deve diventare sempre più il metodo e lo stile della nostra comunità parrocchiale.
Viviamo questa strada maestra nella verità del cuore, come ci insegna Gesù, che ci mette in guardia da qualsiasi opera di giustizia, di elemosina, di digiuno e di preghiera fatta solo in modo esteriore per sentirsi a posto e ricevere l’applauso degli altri.
Per essere vissuta in verità, la Quaresima deve portarci ad un’autentica conversione del cuore.
Chiediamo al Signore: Rendi il nostro cuore, simile al tuo.
Buon cammino di quaresima a tutti!
Polistena, mercoledì delle Ceneri 2023
Don Pino
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