Don Pino Demasi accusa la zona grigia, fatta di alleanze, omissioni e un silenzio complice. «E oggi c’è anche una società civile assente, mentre alcuni anni fa cercava di alzare la voce»
"Ai segni del potere mafioso opponiamo il potere dei segni, ci teniamo molto ad essere, ancora una volta con Cinemovel in questa piazza e di fronte a questo palazzo. L'occupazione fisica di questa piazza ci sembra importante e ringraziamo Cinemovel per essere qui ad aiutarci a raggiungere il traguardo del dopo mafie.
Don Pino De Masi, il prete che lotta per una Terra libera dalla 'ndrangheta, questo il titolo dell'articolo pubblicato sulla rivista CREDERE del 20 luglio 2014. Testo di Annachiara Valle e fotografie di Giulio Archinà
"Il vostro silenzio è il nostro urlo". Recitava così lo striscione che ha aperto il lunghissimo corteo che ha attraversato le vie principali della città in occasione della marcia silenziosa in ricordo di Palo Borsellino e di tutti i morti di mafia promossa dall'associazione "Il Samaritano" e dalla parrocchia del Duomo, entrambi guidate dal referente di "Libera" don Pino Demasi.
“Nel corso di una processione ad Oppido, segno del sentimento di devozione alla Madonna, la madre di Gesù simbolo della grazia, avere addirittura portato la statua a fare un inchino davanti alla casa del boss, è una vergogna senza pari, il sentimento religioso asservito alla solidarietà ‘ndranghetista, la strategia della ‘ndrangheta che vuole convertire la popolazione. Oggi la gente si accorge che la ‘ndrangheta insidia le libertà fondamentali, anche la libertà religiosa.
Il 16 giugno hanno preso il via i campi di “E!state Liberi!”, che offriranno ininterrottamente, fino alla prima settimana di settembre, opportunità di conoscenza, confronto e scambio a oltre 300 volontari, tra singoli e gruppi organizzati. Un modo per costruire rapporti di reciprocità tra Nord e Sud dell'Italia sul tema dell'impegno antimafia. Si tratta di giovani – per lo più studenti –, ma anche di adulti provenienti da varie zone d'Italia (in modo massiccio, dal Trentino Alto Adige, dalla Lombardia, dall'Emilia Romagna, dalla Toscana e dalla Puglia).
Papa Francesco ai gesti senza precedenti ci ha in un certo senso “abituato”. Ma quella che ha scritto con la visita a Cassano allo Jonio e la scomunica dei mafiosi è davvero una prima volta che resterà nella storia. Mai un Papa aveva pronunciato una simile, inappellabile condanna nei confronti degli aderenti al crimine organizzato. Nemmeno Giovanni Paolo II nel pur memorabile “grido” della Valle dei Templi. Ventun anni dopo, Papa Bergoglio è andato oltre, ha varcato il Rubicone della massima sanzione possibile per la Chiesa. E questo, mentre ci fa capire la gravità della situazione, ci dice quanto il Pontefice chiami tutta la comunità ecclesiale ad impegnarsi in una guerra – quella al male – che non può avere tregua né quartiere.
COMMUNITY HUB
• Spazi di comunità •
Il Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi continua a mantenere le proprie porte aperte per la Didattica a Distanza di bambini e ragazzi di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Non lasciamo indietro nessuno.
Offriamo gratuitamente gli spazi sanificati del Centro e l'accompagnamento da parte degli operatori volontari del Servizio Civile Universale.
È così che il Centro traduce in senso pieno la restituzione alla collettività dei beni confiscati alle mafie.
Da beni di pochi al bene per molti.
Per info contattare
il numero 0966 472874:
- telefonicamente dalle 09.00 alle 11.00;
- whatsapp dalle 09.00 / 11.00 e 15.00 / 17.00;
“Combattere la violenza contro le donne”. È questo l’obiettivo comune che si sono dati il ministero dell’Istruzione e la Fondazione Cecchettin al termine di una riunione, oggi a Roma, tra il
...Un “dono” particolare a papa Francesco dalla martoriata Ucraina. Questa mattina a margine dell’udienza generale, il gruppo “Frontiere di pace” di Como ha potuto portare a Papa Francesco due casse
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...Chiesa della Trinità
Sabato e prefestivi : ore 20.30
Festivi : ore 09.00
Il vero esilio per gli Ebrei, affermava don Tonino Bello, si ebbe quando essi cominciarono a sopportarlo. Una frase che resettata ad oggi suonerebbe: "L'esilio della coscienza civile di un Paese si ha quando i cittadini cominciano a sopportarlo”. Con un po’ di storia, intelligenza e umanità intendiamo provare, facendo fino in fondo la nostra parte, a dissipare quest’ombra, lasciando nuove tracce. Con in mano e nel cuore il Vangelo di Gesù Cristo e la Costituzione repubblicana del nostro Paese, come comunità cristiana intendiamo impegnarci a condurre una lotta non violenta accanto a chi, immigrato irregolare, indigente, precario, disoccupato, indifeso, muore di troppo lavoro, di poca sicurezza, di assenza di diritti, di mancanza di tutele sociali, di mafia.