Lungo le strade del nostro territorio per annunciare Cristo Verità dell’uomo.
Nel redigere un nuovo programma pastorale non bisogna cominciare ogni volta da zero.
In questi anni sono state date indicazioni e messi in cantiere attività e progetti che a volte si sono realizzati pienamente, altre volte sono stati solo sfi orati; nel predisporre il nuovo programma pastorale dobbiamo consolidare quanto di buono è stato realizzato e superare le diffi coltà che hanno impedito il pieno raggiungimento degli altri obiettivi: questo signifi ca lavorare con un occhio al passato ed un occhio al futuro.
In quest’ottica l’obiettivo fondamentale rimane sempre quello originario di ripensare e costruire una parrocchia capace di essere:
- comunità (non centro di elargizioni di servizi), vera famiglia, casa di tutti;
- fondata sulle Parola di Dio e sull’Eucarestia domenicale (non sul devozionismo dilagante, né sulla sacramentalizzazione con scadenza di tipo scolastico);
- fortemente inserita ed impegnata da protagonista nel cambiamento del nostro territorio.
Continuando quindi a mantenere e potenziare tutte le iniziative intraprese in questi anni e tese alla costruzione di una Chiesa “di popolo” più che di una Chiesa “per il popolo” , agganciandoci all’istanza di una “Chiesa in uscita dalle porte aperte” consegnata da Papa Francesco nella Evangelii gaudium (nn. 46-49); al tema del prossimo Convegno Ecclesiale Nazionale In Gesù Cristo il nuovo
umanesimo (Firenze, 9-13 novembre 2015); all’ anno della “Verità” che si celebra in Diocesi, vogliamo, come priorità pastorale, porre la nostra attenzione sul nostro essere Chiesa “in uscita”.
La Chiesa, del resto, per sua natura non può essere auto-referenziale, è “chiesa in uscita” (cfr. EG 24), perché la Parola di Dio chiama il credente, lo manda verso terre nuove, lo sprona ad andare verso l’altro (cfr. Gn 12,1-3; Es 3,10; Ger 1,7).
L’essere lungo le strade degli uomini e delle donne ci pone in una condizione di attento ascolto del mondo e dei segni presenti nella storia del nostro tempo e, in particolare, del nostro territorio parrocchiale. Ritorna ancora prezioso il monito della Costituzione pastorale del concilio Vaticano II Gaudium et spes: «È dovere di tutto il popolo di Dio, soprattutto dei pastori e dei teologi, con
l’aiuto dello Spirito Santo, ascoltare attentamente, discernere e interpretare i vari linguaggi del nostro tempo, e saperli giudicare alla luce della parola di Dio, perché la verità rivelata sia capita sempre più a fondo, sia meglio compresa e possa venir presentata in forma più adatta» (n. 44).
Senza dimenticare di essere una Chiesa che accoglie e che riceve, tenendo le porte aperte, dobbiamo allora cercare di essere una Chiesa che trova nuove strade, che è capace di uscire da se stessa e andare verso chi non la frequenta, chi se ne è andato o è indifferente.
È questa la visione di Chiesa di Papa Francesco, il quale agli scrittori della Civiltà Cattolica diceva appunto che il nostro compito principale “non è costruire muri, ma ponti; è quello di stabilire un dialogo con tutti gli uomini. E per dialogare bisogna abbassare le difese e aprire le porte”. Ma si tratta di aprire le porte verso l’esterno; si tratta, per dirla con una metafora, di un “anno santo a
rovescio”, di porte sante che si aprono verso l’esterno, di porte che dall’interno del tempio, diano sulla piazza.
La nostra priorità pastorale quest’anno sarà proprio quella di uscire da noi stessi, dai luoghi ecclesiali ed annunciare Cristo Verità dell’uomo lungo le nostre strade, lungo le strade del nostro territorio. Del resto l’intimismo rassicurante delle nostre liturgie diventerebbe incomprensibile ed ambiguo se non è capace di raggiungere le nostre strade, i luoghi di lavoro e di impegno, le nostre abitazioni e afferrare l’uomo nei cantieri del quotidiano.
Per scendere veramente in strada dove ci sono cose meravigliose, ma dove incontriamo anche la sofferenza, l’abbandono, la violenza, è necessario in ognuno di noi ed in tutti noi un cambio di atteggiamento sulla scia di quanto ci indica sempre Papa Francesco nella citata intervista a Civiltà Cattolica: “Di che cosa la Chiesa ha più bisogno in questo momento storico? Di una capacità di curare le ferite e riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. La prima riforma deve essere quella dell’atteggiamento. I ministri del Vangelo, coloro che lo annunciano devono essere capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi”.
In questa logica, con Cristo, ascoltato nella Parola, incontrato nell’Eucaristia e nella preghiera, riconosciuto nei poveri, ci chineremo in modo particolare quest’anno sulle ferite della famiglia e abiteremo la sala sovraffollata della disperazione dei nostri giovani.
Mettere la famiglia ed i giovani al centro delle iniziative pastorali della nostra comunità, nella logica di una Chiesa in uscita deve signifi care per ognuno di noi recuperare un nuovo modo di relazionarci, caratterizzato innanzitutto da due atteggiamenti di fondo: il coinvolgimento e l’accompagnamento. Senza un nuovo modo di relazionarci, non andremo da nessuna parte.
Nello stesso tempo, all’insegna del “meno slogan e più fatti”, senza pensare a roboanti iniziative, a fuochi d’artifi cio o ad accattivanti proposte, ma con l’obiettivo di rispondere, in modo adeguato ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura, aggiungeremo le seguenti iniziative a quelle già in atto.
Famiglia
- Scuola per genitori rivolta in modo particolare ai genitori con fi gli preadolescenti ed adolescenti.
- Centri di ascolto della Parola di Dio dislocati nei vari quartieri e ospitati in luoghi simbolici
e/o da alcune famiglie.
Giovani
- Apertura presso il Centro polifunzionale Padre Pino Puglisi del centro di aggregazione giovanile,inteso come luogo d’incontro, di scambio, di esperienze, di socializzazione rivolto sia agli adolescenti sia ai più grandi.
- Evangelizzazione di strada durante le ore notturne nei luoghi normalmente abitati dai giovani
- Scuola di cittadinanza attiva, di educazione all’impegno sociale e politico rivolta alla fascia dei giovani 18-30 anni.
Maria, Stella dell’Evangelizzazione e Vergine del Magnificatr iempia di fretta evangelica i gioiosi passi della nostra comunità.
Polistena, 19 ottobre 2014
IL PARROCO
ed il CONSIGLIO PASTORALE